ASSENTEISTI in pubblici uffici

Assenteisti: abili finti malati, superficiali succubi medici, colleghi di lavoro distratti e dirigenti emarginati

Prof.Tommaso Todisco Primario di Pneumologia.

Gli assenteisti di professione sono  mimetici,  furbi ed abilissimi: calcolano perfettamente i ponti, conoscono alla perfezione ogni possibilità di ferie, ogni  recupero  di giorni lavorativi, conoscono le pieghe della legge entro cui possono rifugiarsi per ottenere esenzioni e vantaggi socio-familiari e parentali, sfruttano al minuto ogni occasione locale e nazionale per assentarsi dal lavoro, al lavoro  arrivano sempre dopo  e vanno via sempre prima con una buona scusa sempre a portata di mano, hanno un certificato medico per ogni occasione lamentando ogni tipo di malattia immaginaria, si guardano bene da  assumere qualsiasi  impegno che li responsabilizzi e di solito riescono ad entrare nelle simpatie del dirigente che dovrebbe controllarli. Sono individui bugiardi, egoisti e profondamente disonesti. Sono inquadrabili tra gli ignavi di Dantesca memoria cratterizzati dal comportamento che ben Dante descrive nel preinfermo della Divina Commedia:  ”non essersi schierati né a favore del bene, né a favore del male   e  che mai non fur vivi“. Nella società appartengono a color che “ Sono una piaga della società, costano molto, rendono poco e vanno denunciati senza pietà.

Un caso emblematico di assenteismo .Confronto tra CTU e CTP .
Osservazioni del CTP sulla relazione del CTU

L’obiettivo assegnato al CTU era di verificare la veridicità della patologia bronchiale ingravescente e permanente denunciata dalla …

Malattia reale? oppure un mezzo per sottrarsi per anni ed anni al proprio dovere chiedendo poi anche un risarcimento per danni alla salute provocati dalle mansioni che erano state assegnate?

Il CTU aveva eseguito le seguenti azioni peritali: 20 pagine che si limitano a riassumere sommariamente la cronistoria degli atti già depositati in giudizio.
In sede extragiudiziale , in data ..il soggetto …. è stato sottoposto ad esame spirometrico (PFR = Prove di Funzionalità Respiratoria) refertato dal Dr….presso la ULS
Il CTU definisce il Dr….. “pneumologo di fiducia” della …..

Osservazioni del CTP sul suddetto esame PFR

Premessa: un esame spirometrico (PFR) si compone di due sezioni: una volontaria ( cioè dipendente dalla volontà del soggetto ad eseguire il test respiratorio secondo le indicazioni fornite dall’operatore sanitario) e rivela anche la capacità del soggetto a collaborare all’esecuzione della prova od al contrario di non SAPERE O VOLERE collaborare od addirittura a tentare di falsificare l’esame a proprio favore.
La seconda parte della prova è indipendente dalla volontà del soggetto e rivela parametri sempre reali non facilmente influenzabili dal comportamento del soggetto esaminato.
I parametri della sezione volontaria della PFR appaiono contradditori ed inattendibili:
La CV (capacita vitale) è normale mentre il VEMS (Volume espiratorio massimo in un sec) è ridotto del 50%. Ciò è improbabile dal punto di vista fisiopatologico e depone per una falsificazione della prova anche perché il parametro di confronto FEF 25-75 è troppo basso (0,90 l/s) rispetto al suo valore di riferimento (FEV1 =1,52 litri). La inattendibilità della sezione volontaria della PFR è poi dimostrata dai grafici rimasti registrati sullo stesso documento ( la seconda curva espiratoria registrata a piè pagina a sinistra della pagina che riporta la spirometria) e risulta invece di buona esecuzione e rivela che la prima curva espiratoria è in realtà un artefatto: la curva , che descrive i flussi respiratori in rapporto ai volumi polmonari ed al tempo di esecuzione, è viziata da un artefatto come se il soggetto avesse interrotto ad arte la “soffiata o espirazione forzata” .
Al contrario la seconda curva, che descrive il volume polmonare rispetto al tempo di esecuzione ( FEV1) è meglio riuscita ed ammissibile come prova non viziata da artefatti.
Si deduce perciò che la prova spirometria presentata in sede extragiudiziale dal CTU non è attendibile nella sezione del test che dipende esclusivamente dalla volontà del soggetto esecutore e che quindi può essere stata alterata volontariamente da parte del soggetto esaminato.
I parametri della sezione involontaria della PFR sono attendibili
Il VR (volume residuo polmonare), la FRC ( capacità funzionale residua polmonare) il TLC (capacità polmonare totale) ed i relativi rapporti compreso il ben noto “indice di enfisema polmonare” RV/CPT%” rientrano nella norma.
La spirometria dunque esclude in maniera lampante che l’esaminando sia affetto da BPCO in quanto questa malattia caratteristicamente comporta un grave coinvolgimento dei parametri non volontari del PFR .Tali parametri infatti sono l’espressione della broncopneumopatia cronica ostruttiva enfisematosa che può portare negli anni (decenni) all’invalidità per insufficienza respiratoria ( decremento di circa 100ml/anno).
Operazioni peritali NON eseguite dal CTU
In sede giudiziale il CTU non ha sottoposto, come invece avrebbe dovuto, l’esaminando ad alcun esame specialistico.
Avrebbe dovuto infatti disporre l’esecuzione delle seguenti prove diagnostiche specialistiche pneumologiche al fine di raggiungere una precisa diagnosi:

1. VALUTARE I FLUSSI , I VOLUMI POLMONARI E LA MECCANICA RESPIRATORIA CON LE “ Prove di Funzionalità Respiratoria (PFR) complete sia con il metodo della diluizione dell’Elio che con il metodo della Pletismografia corporea totale.
2. VALUTARE LA REVERSIBILITA’ CON LA TERAPIA DELLE EVENTUALI ANOMALIE RILEVATE CON I “ Tests di Broncodilatazione con Salbutamolo”
3. VALUTARE LA PRESENZA DI UNA IPERREATTIVITA’ BRONCHIALE CON IL “Test alla Metacolina (MCH)”
4. VALUTARE LA CAPACITA’ DI DIFFUSIONE alveolare del MONOSSIDO DI CARBONIO ( DLCO)
5. VALUTARE LA PRESENZA DI INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CON LA “Emogasanalisi su sangue arterioso.”
6. VALUTARE LA PRESENZA DI DEBITO DI OSSIGENO DURANTE L’ESECUZIONE DI SFORZO FISICO STANDARD CON “ Pulsossimetria basale e dopo test del cammino di 6 minuti.”
7. VALUTARE LA PRESENZA DI TABAGISMO CON LA DETERMINAZIONE DELLA “ “ Carbossiemoglobinemia (CO)”su sangue arterioso o della concentrazione di CO (Monossido di Carbonio) nell’aria espirata.
8. VALUTARE LA PRESENZA DI ALLERGIA SPECIE NEI CONFRONTI DELLE POLVERI DI AMBIENTI CONFINATI CON “Test allergometrici specie per le polveri domestiche contenenti il Dermatophagoides Farine e Pteronissimus”.
9. VALUTARE LA REALE PRESENZA DI OSTRUZIONE BRONCHIALE PRELEVANDO CATARRO DA ANALIZZARE SPECIE DAL PUNTO DI VISTA BATTERIOLOGICO CON LA “Fibrobroncoscopia con prelievo delle secrezioni bronchiali e del liquido broncoalveolare”.
10. VALUTARE LA MORFOLOGIA DELL’APPARATO RESPIRATORIO TRAMITE “Rx Torace in due proiezioni in fase inspirazione-espirazione” .
11. APPROFONDIRE LA MORFOLOGIA DELL’APPARATO RESPIRATORIO CON TOMOGRAFIA ASSIALE COMPUTERIZZATA CON “HRTC torace con MDC: Tac torace ad alta risoluzione con mezzo di contrasto”.
Gli esami suddetti rientrano peraltro nella normale routine clinica ambulatoriale e sono facilmente eseguibili presso le istituzioni pneumologiche del SSN .
Inoltre, non essendo esami di natura invasiva, possono essere agevolmente tollerati in ogni condizione clinica.
Se il CTU avesse disposto l’esecuzione , anche in parte, dei suddetti esami avrebbe potuto facilmente rispondere al quesito che gli era stato posto dal Collegio della C.A.di… e cioè se trattasi in realtà malattia ed invalidante oppure al contrario trattasi di un fumatore con la tipica bronchite semplice dei fumatori.
Questa condizione è comunemente prodotta dal tabagismo inveterato e non comporta necessariamente invalidità per insufficienza respiratoria.
E’ di comune osservazione infatti, il soggetto, anche forte fumatore, che si reca regolarmente al lavoro e conduce una vita normale per anni..
Siamo di fronte ad un fumatore oppure, come asserito dalla parte , di un ex fumaore?
Semplice dimostrarlo eseguendo la misura della carbossiemoglobinemia nell’aria espirata oppure nel sangue arterioso o ,più semplicemente, con una sorta di test del palloncino nell’aria espirata in cui si ritrova CO solo se il soggetto è fumatore.
Un fumatore non si libera tanto facilmente del CO ( monossido di carbonio) inalato aspirando il fumo di sigaretta, anche dopo 48-72 ore di accurata iperventilazione. Infatti il fumo di sigaretta ristagna a lungo nel polmone profondo come anche negli ambienti confinati contenendo superossidi di azoto, acroleina e derivati del benzopirene che impregnano profondamente sia i tessuti artificiali che quelli viventi.
Che il soggetto sia un fumatore attivo emerge dai dati spirometrici, anche recenti, depositati agli atti anche dalla controparte e dall’anamnesi rilevata nelle 2 cartelle cliniche ospedaliere depositate in giudizio :
Il tabagismo è una delle cause della Bronchite cronica semplice e questo soggetto ne presenta i sintomi.
Le operazioni peritali proseguirono con il tentativo di sottoporre il soggetto ad esami pneumologici approfonditi: Questi si svolsero in struttura pubblica ospedaliera specialistica
con grave difficoltà a causa della indisponibilità a collaborare del soggetto che si rifiutava di farsi pesare, di togliersi le scarpe per misurare l’altezza , di eseguire il test ergometrico e , rendendosi conto che avrebbe dovuto sottoporsi a procedure diagnostiche accurate e puntuali sotto l’aspetto fisiopatologico tali da documentare fuori ogni dubbio le sue reali condizioni cliniche respiratorie, si rifiutava ripetutamente di collaborare accusando gli operatori di” di atti umilianti “con esami “ inutili e superflui”.
La commissione peritale, vedendo aumentare la vivace ostilità ed aggressività dell’esaminando nei confronti degli operatori i presenti, decideva collegialmente di sospendere cautelativamente le operazioni peritali .
A questo punto non è chiaro l’atteggiamento del CTU e cioè se egli sia uno scrupoloso trascrittore e commentatore dei numerosissimi e variegati “certificati di malattia” che il soggetto ha prodotto durante anni di assenteismo oppure se crede di poter diagnosticare una malattia senza ricorrere ad esami clinici specialistici.
Il CTU non è specializzato in Malattie dell’apparato Respiratorio e perciò dovrebbe avvalersi del parere di specialisti del settore e, comunque,applicare nella sua perizia i criteri scientificamente validi enunciati nel protocollo internazionale accreditato per la corretta diagnosi della BPCO: “ GOLD, the Global Iniziative for Chronic Obstructive Disease .Available at www.goldcopd.com Accessed July,6,2007”.
Considerazioni conclusive
Dai numerosissimi e fantasiosi certificati di malattia presentati dal soggetto nel corso di molti anni di assenteismo emergono le seguenti terminologie spesso diverse e contrastanti:

1. -Asma bronchiale intrinseco
2. -Asma bronchiale
3. -Edema cronico delle corde vocali
4. -Bronchite asmatica
5. -Ipotensione arteriosa ortostatica
6. -Broncopneumopatia cronica ostruttiva
7. Esaurimento nervoso,
8. Sindrome ansioso-depressiva,
9. Cefalea.
10. Sindrome vertiginosa ,
11. Ipotensione ortostatica.
In nessun caso però la diagnosi risultava seriamente documentata.
Il CTU avrebbe dovuto completare l’iter diagnostico con esami spirometrici, gasanalitici, radiologici e funzionali necessari per diagnosticare la malattia e la sua prognosi.
Infatti solo le malattie 1, 2,4 e 6 possono essere progressivamente invalidanti e determinando ripetuti e ricorrenti riacutizzazioni che obbligano il paziente a ricoveri ospedalieri frequenti (in media 4 all’anno) e di durata protratta di almeno 10-15 giorni ( N.B. elemento questo molto importante per il giudizio finale).
Al contrario in occasione dei due ricoveri subiti , la scarsità ed inconsistenza del
quadro clinico ha sempre giustificato una brevissima degenza( 3-4 giorni), l’assenza di approfondimento diagnostico e la assoluta mancanza di provvedimenti terapeutici adeguati , come emerge dalle cartelle cliniche depositate agli atti.
Si deve infatti ricordare che la BPCO e l ’enfisema polmonare si complicano precocemente con IPOSSIEMIA e poi con IPERCAPNIA, ipertensione polmonare e con compromissione del cuore (cuore polmonare cronico).
Inoltre la BPCO è una malattia coinvolgente oltre l’apparato respiratorio anche altri organi ed apparati : cuore, arterie sistemiche, pressione arteriosa e sistema immunologico.
Infatti questi malati presentano sempre una situazione di malattia SISTEMICA( malnutrizione, sindrome delle apnee notturne, cardiopatia ischemico-ipertensiva) che il soggetto non presenta.
Conclusioni
1. La patologia di cui il soggetto è affetto- Bronchite cronica semplice del fumatore – non ha comportato nell’arco di oltre 11 anni alcun decadimento della funzione respiratoria, ma solo un deficit ventilatorio lieve di tipo ostruttivo stabile od addirittura migliorato nel tempo.
2. Il soggetto dunque idoneo a svolgere le mansioni assegnate.
3. Una correzione dello stile di vita, l’astensione del tabagismo, una regolare attività fisica e soprattutto una maggior dedizione al proprio lavoro d’ufficio quotidianamente svolto anche all’esterno dell’ufficio, potranno anzi fisicamente giovare a questo assenteista come a qualsiasi essere umano che voglia rendersi socialmente utile.

Prof. Tommaso Luciano Todisco